Russia, con l’omicidio Tatarsky la storia va in loop: così il terrorismo interno rischia di portare a un regime di tolleranza zero
<p>L’omicidio a San Pietroburgo del corrispondente di guerra filogovernativo Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), di cui le autorità russe hanno accusato una certa Daria Trepova, non poteva che ricordare ai russi un’ironia della storia. Non lontano dal caffè dove Trepova ha consegnato la bomba a Tatarsky, nel 1878 la famosa rivoluzionaria Vera Zasulič fece […]</p> <p>L'articolo <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/04/13/russia-con-lomicidio-tatarsky-la-storia-va-in-loop-cosi-il-terrorismo-interno-rischia-di-portare-a-un-regime-di-tolleranza-zero/7126235/" rel="nofollow">Russia, con l’omicidio Tatarsky la storia va in loop: così il terrorismo interno rischia di portare a un regime di tolleranza zero</a> proviene da <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it" rel="nofollow">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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L’omicidio a San Pietroburgo del corrispondente di guerra filogovernativo Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), di cui le autorità russe hanno accusato una certa Daria Trepova, non poteva che ricordare ai russi un’ironia della storia. Non lontano dal caffè dove Trepova ha consegnato la bomba a Tatarsky, nel 1878 la famosa rivoluzionaria Vera Zasulič fece […]
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