Def, Giorgetti: stop misure straordinarie, rivedere bonus casa
Prudenti sulla crescita, realistico puntare più in alto
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Il governo intende "rivedere l'intera materia degli incentivi edilizi" combinando l'efficientamento con la sostenibilità della finanza pubblica e l'equità distributiva. E' quanto scrive il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nel Def, spiegando che "la normalizzazione della politica di bilancio" passa anche attraverso la revisione di incentivi come Superbonus e bonus facciate, che hanno avuto un tiraggio "nettamente superiore alle stime". "Il primo obiettivo - sottolinea infatti Giorgetti - è superare gradualmente alcune delle misure straordinarie attuate negli ultimi tre anni e individuare nuovi interventi sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia".
Il Pil
Le previsioni di crescita inserite nel Def sono "di natura estremamente prudenziale, essendo finalizzate all'elaborazione di proiezioni di bilancio ispirate a cautela e affidabilità", chiarisce il ministro dell'Economia. Tuttavia è "del tutto realistico puntare per i prossimi anni a un aumento del tasso di crescita del Pil e dell'occupazione che vada ben oltre le previsioni del Documento, lungo un sentiero di innovazione e investimento all'insegna della transizione ecologica e digitale e dello sviluppo delle infrastrutture per la trasmissione dell'energia pulita e la mobilità sostenibile".Includendo le nuove misure per il contrasto al caro-energia anche nel secondo trimestre, "l'entità degli interventi di contrasto al caro energia per il 2023 risulta pari all'1,2 per cento del Pil", scrive il ministro dell'Economia. "Oltre metà di tale importo è indirizzato a favore delle fasce più deboli della popolazione e delle imprese più esposte agli alti prezzi dell'energia, in linea con la raccomandazione del Consiglio europeo di privilegiare misure 'targeted'", aggiunge il ministro.
Nuova spending review
In arrivo intanto un nuovo ciclo di spending review: nel Def il governo indica il target di ulteriori "concorsi alla prossima manovra di finanza pubblica" da parte dei ministeri "con risparmi di spesa in termini di indebitamento netto pari a 300 milioni nel 2024, 500 milioni nel 2025 e 700 milioni dal 2026". Le riduzioni "si aggiungono a quanto già previsto con la precedente legge di bilancio, portando la
riduzione complessiva a 1,5 miliardi nel 2024, 2 miliardi nel 2025 e 2,2 miliardi a partire dal 2026". La ripartizione tra i ministeri sarà stabilita con Dpcm, "con deliberazione del Consiglio dei ministri, entro il 31 maggio".