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Talking to the trees, un film sui predatori di bambini

Ilaria Borrelli racconta prostituzione minorile e il sommerso del turismo sessuale

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  • Ilaria Borrelli racconta prostituzione minorile e il sommerso del turismo sessuale
  • ''Speravo che qualche cliente mi salvasse, ma nessuno vuole portare a casa il ricordo del maiale che è". E' la frase lapidaria di una delle bambine costrette a prostituirsi protagoniste in Talking to the trees di Ilaria Borrelli, dramma on the road ambientato in Cambogia su temi come il turismo sessuale, il traffico e lo sfruttamento di minori. Già uscito in Francia l'anno scorso, il film, che ha il patrocinio di associazioni in prima linea contro il fenomeno, come Terre des Hommes, Ecpat, Unicef e Caritas, sarà nelle sale italiane dal 17 novembre distribuito da Stemo. ''La storia è ambientata in Cambogia, ma potrebbe svolgersi in ogni parte del mondo. Basti pensare che negli Usa sono 600 mila i bambini vittime della prostituzione, e in Europa ogni anno spariscono 250 mila bambini. E' un fenomeno che cresce, rende più della droga, e non se ne parla abbastanza - spiega Ilaria Borrelli, anche protagonista del film -. Dobbiamo capire che ad abusare di bambini e bambine, sono spesso padri di famiglia, persone che magari frequentiamo e abbiamo vicino''. Ogni anno - ricordano le associazioni- i 'turisti sessuali' italiani sono 80 mila. Ma il pericolo ormai è ovunque a causa del web, con 750 mila predatori online che ogni giorno chiedono da tutto il mondo di vedere bambini coinvolti in atti sessuali. Nel film Ilaria Borrelli è Mia, donna piena di problemi, che decide di raggiungere il marito Xavier (Philippe Caroit) in Cambogia, dove lui lavora da tre anni. Appena arrivata però scopre l'uomo in un bordello mentre abusa della piccola Srey (Setha Moniroth). Uno shock che porta Mia a decidere di aiutare la bambina, ed altre due piccole vittime di quel giro infernale, Malin (Yang Sreypich) e Daan (Kiri Sovann). Inizia così con loro un lungo e tormentato viaggio per riportarle alle loro case.
    ''Ho intervistato alcune bambine uscite dalla prostituzione che mi hanno raccontato anche cose molto più orribili di quelle che mostro'' spiega la regista, che ha girato il film con 50mila euro: ''Molti festival l'hanno rifiutato senza vederlo, il tema spaventa... Il mio sogno è farlo vedere a Papa Francesco''. A recitare le protagoniste sono bambine che non hanno vissuto realmente quelle esperienze: ''Le ho scelte fra oltre 100 attraverso provini nelle scuole - aggiunge la regista - C'è voluto tempo per convincere i genitori a dare il permesso alle figlie. Mi ha aiutato fare una proiezione di Pretty woman, per mostrare che anche Julia Roberts ha interpretato una prostituta.
    Se mi capitasse di incontrarla un giorno, le dirò che mi ha salvato il film''.
    Per contrastare il traffico di bambini, oltre a una sempre maggiore cooperazione fra Paesi, si ricorda infine, ''bisognerebbe far approvare al più presto al Senato il ddl sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati, che ogni anno in Italia rischiano di finire nei giri criminali, della prostituzione o del traffico d'organi''.