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Saviano, ecco perché i ragazzini sparano

Lo scrittore parla del suo nuovo romanzo La paranza dei bambini

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  • Lo scrittore parla del suo nuovo romanzo La paranza dei bambini
  • Nessuno di loro ha più di sedici anni. Dieci ragazzini in sella ai loro scooter scendono per le strade a seminare terrore, sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. A questi adolescenti che non temono nè il carcere nè la morte, Roberto Saviano ha dedicato il suo nuovo romanzo 'La paranza dei bambini' che arriva in libreria per Feltrinelli, presentato l'11 a Roma, il 12 novembre al Nuovo Teatro Sanità a Napoli e il 20 novembre a Bookcity a Milano. Lo scrittore si è "ispirato a fatti reali, alla storia della paranza dei bambini di Forcella, un quartiere di Napoli. Le paranze sono questo gruppo di ragazzini che decidono quasi autonomamente di armarsi. Il racconto è pieno di dettagli di queste storie che ho preso da inchieste giudiziarie, dal dibattito di cronaca e che ho condensato nei miei personaggi utilizzando quel metodo meraviglioso che fu di Franco Rosi ne 'Le mani sulla città'" ha spiegato oggi a Radio Anch'io. "Voglio che il lettore si metta da un punto di vista altro, quello del criminale così da sentirlo nè come un essere affascinante né distante. Il criminale guarda allo stato come ad una interferenza alla propria vita. L'obiettivo è aprirsi una piazza, fare soldi. Il pericolo peggiore non è lo Stato. In questo momento si stanno sparando al quartiere Sanità e ci sono i militari ma non gliene frega niente" ha detto Saviano parlando del libro. "Alcuni di questi ragazzi li ho ascoltati e ho potuto conoscerli. Molti di quelli che sono riusciti a sottrarsi alla paranza leggeranno il mio libro - ha aggiunto - al Teatro Sanità".
    Saviano che è sempre sotto scorta e da un po' di tempo vive a New York racconta nel romanzo la controversa ascesa di una paranza, un gruppo di fuoco legato alla Camorra. "La metafora della paranza la ho trovata sempre molto poetica e al contempo drammatica. Queste barche che vanno al largo a prendere i pesci ingannandoli con la luce. Ho pensato che in fondo i ragazzini che vanno a sparare, ad ammazzare, anche loro vengono ingannati, come i pesci pensano che quella luce che vedono in fondo sia per il cibo, quindi per arricchirsi, in realtà vanno a morire. E' un fenomeno che non riguarda soltanto Napoli ma tutte le città più importanti del mondo e questo si collega a quello che stiamo vivendo in queste ore con la vicenda Trump e cioè la fine di un certo modo di poter vivere". In 350 pagine l'autore di Gomorra entra nella realta' che ha indagato da reporter implacabile e nella verita' delle storie immaginate, costruendo un romanzo di innocenza e sopraffazione. Crudo, violento, senza scampo. "Impegnarsi vale la pena? Lavorare vale la pena? Chi si impegna e chi ha talento davvero prende posti di responsabilità, o si vince solo con furbizia, strategia e tattica?. Questi sono i ragionamenti che attraversano le periferie del mondo. Oggi cosa dice un quattordicenne, quindicenne: cosa vale? Il cash, il denaro.
    Tutto e subito. Il loro pensiero è: 'non raccontiamocela, è impossibile che io possa realizzarmi con le mie forze. Ci sarà sempre un raccomandato, un protetto che ce la farà. E allora meglio sparare prima di essere sparati. E questo - ha spiegato sempre oggi Saviano - è quello che sta accadendo in queste ore, Napoli è una grande metafora del mio tempo". "Volevo - continua - non semplicemente raccontare di un paranzino ma condensare nei personaggi diverse storie. Anche il virgolettato che ho preso dalle intercettazioni lo ho reso poi letterario e questo è il metodo utilizzato in Gomorra serie". Ma, quello che premeva di più a Saviano "era parlare alle madri e dire: 'guardate che questi non sono animali o prodotti da suburra. Sono esattamente ragazzi che la pensano come i vostri figli e che solo se conoscete queste dinamiche potete salvarli in qualche modo'".